Continua il racconto di come la nostra associazione è arrivata a compiere i suoi primi 20 anni, tra storie di pedalate e di amici che hanno sempre creduto nella bellezza "slow" delle due ruote e del territorio.
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D.: E finalmente un nome! Bella la storia della sua genesi, non la sapevo. Pensavo perché a volte è stato chiesto di rallentare facendo gli 8 km/ora...
E il logo?
V.: Siccome la maggior parte dei ciclisti di allora usavano le bici da corsa, di ciclisti non sportivi, cioè quelli che intendevano il pedalare come noi, ce n’erano pochissimi; volevamo quindi dare il messaggio che non usavamo la bicicletta perché costretti dalle nostre condizioni economiche ma soltanto per il piacere di usarla.

Ci piaceva e ci piace utilizzare la bicicletta per andare in vacanza, per girare in città, per raggiungere il nostro luogo di lavoro, per lasciare ogni tanto a casa la macchina. Quindi ci voleva un logo che rappresentasse proprio questo concetto: un distinto signore che va in bicicletta.
Trovai l’immagine di un signore dell’Ottocento su una bici con una grande ruota anteriore (FOTO n 5).

Dopo qualche anno è arrivato in associazione un grafico, Stefano Garulli, che l’ha stilizzato (FOTO n 6) e così è nato il nostro logo, che a mio avviso, insieme al nome, riassume perfettamente l’idea di fondo dell’associazione.
Lo scopo dell’associazione a questo punto è venuto fuori chiacchierando tra di noi, i concetti di base erano quelli che oggi si chiamano “cicloturismo” e “mobilità sostenibile”, come si può ben dedurre dalla lettura del nostro statuto (FOTO ATTO COSTITUTIVO n 7)
D.: Quindi pionieri del cicloturismo...
V.: Ah sì, venti anni fa non c’era questa cultura, e di conseguenza non c’erano il relativo materiale né tutti quegli accessori necessari per il cicloturismo. Già solo trovare delle borse da viaggio in bici buone era difficile! Gli unici negozi a Bologna erano “Due Ruote” di Caranti e la Lidl, con materiale che veniva dalla Germania. Per andare sulla ciclabile del Danubio, uno dei nostri primi grandi viaggi, comprammo mantelle tedesche fatte benissimo, con ampia visibilità ai lati del volto nel cappuccio.
D.: E poi si deve iniziare a pedalare, o no?!
V.: Eh, certo! I primi giretti chiaramente sono intorno a Castel Maggiore dato che siamo di qui. Uno dei primi giri che abbiamo fatto è stata una cosa da morire dal ridere!

(FOTO n 8 1°LOCANDINA) Vignoli, che veniva dall’ esperienza di gestione delle cave sul Reno, ed io per questo in modo scherzoso lo chiamavo il “bucaiolo”, era innamorato del Navile, come ho già detto in precedenza, e grazie alla sua esperienza politica ed al suo impegno è riuscito a porre all’attenzione delle istituzioni locali di allora e dei cittadini il tema importantissimo del recupero di questa opera storica di Bologna. (FOTO n 9) Il Navile allora era semplicemente una fogna a cielo aperto e noi nel 2004 vi abbiamo realizzato una delle nostre prime uscite. Infatti dalla sua restara (argine) tra gli alberi si intravvedevano i vari sostegni ed altre storiche opere idrauliche, ma il senso di abbandono ed incuria e la puzza erano le sensazioni predominanti, tanto che molti erano piuttosto perplessi rispetto a questa nostra iniziativa.

...Continua nella Parte 3!
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